domenica 29 gennaio 2017

LA LA LAND: QUANDO IL PASTELLO SI FA CINEMA



DI FRANCESCO GALLINA






Prendete una love story semplice, immergetela in una tavolozza di nostalgici colori pastello, conditela con magistrali piani sequenza, strabilianti coreografie alla The Artist e una colonna sonora deliziosamente romantica. Gli ingredienti per un capolavoro annunciato ci sono tutti. Vi manca solo di essere Damien Chazelle, e otterreste La La Land, film destinato ad entrare nella storia del musical. Quando un’elegante miscela citazionistica incontra il genio fresco e innovativo di un regista trentenne: Chazelle dimostra estrema maturità nell’uso della cinepresa e di aver mirabilmente assorbito le lezioni del grande cinema holliwoodiano, dagli anni ’60 fino all’Iñárritu di Birdman

Fra strade celesti, fondali stellati e locali arancio fuoco si dipanano le passioni di Mia (Emma Stone), aspirante attrice e autrice di spettacoli teatrali, e il musicista Sebastian (Ryan Gosling), spiantato jazzista di ferro che dovrà fare i conti con il suo ottuso conservatorismo e con il successo delle case discografiche per le quali si troverà – controvoglia – a lavorare. Il jazz si salva se è ascoltato, e il suo non lo è: gli estimatori di Thelonious Monk si contano sulle dita di una mano. I tempi sono cambiati. 

Ma, proprio quando i due raggiungono il successo tanto agognato, si fanno sentire – letteralmente – le note dolenti. 





Fiaba moderna dedicata ai sognatori - non tanto quelli che fissano il cielo perché piovano i miracoli, ma coloro i quali mettono anima, corpo e studio in quello in cui credono -  La La Land regala due ore di sano intrattenimento a trecentosessanta gradi, grazie ad una struttura narrativa leggera e alla maestria del maestro della fotografia Linus Sandgren e alla musica irresistibile di Justin Hurwitz. La La Land ci insegna ad innamorarci a ritmo di tip tap, a non cadere nel baratro della disperazione, anche quando sembra tutto finito. Ma ci insegna altresì ad illuderci di soluzioni utopiche. Non mi resta che invitarvi a godere di questo “brindisi ai sognatori, ai cuori che soffrono, ai disastri che combiniamo”. Perché la vita è conflitto e compromesso. Come il jazz.




venerdì 13 gennaio 2017

DI QUANDO DANTE INVENTÒ IL "VETROGHIACCIO"



di FRANCESCO GALLINA



dipinto di Eulalia Pellegrini



Per Parma, è un Sant'Ilario all'insegna del vetroghiaccio. Parola inesistente, neologismo dell'ultim'ora, termine petaloso. Non compare su qualsivoglia enciclopedia o vocabolario. O forse no. Il primo ad aver letteralmente inventato il vetroghiaccio è proprio lui, il mitico Dante. Quello che vedete per le strade sparse di ghiaccio che non si è sciolto al sale (fenomeni paranormali?), non è altro che il Cocito dantesco, il lago dove giacciono - incastrate - le anime dannate di Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca. Specchio di ghiaccio infrangibile, a tal punto che non si incrinerebbe neanche se ci piombassero sopra due monti (Dante cita il Tambura e il Pietrapana).

Scrive il Sommo, nel canto XXXII dell'Inferno:

Per ch’io mi volsi, e vidimi davante
e sotto i piedi un lago che per gelo

avea di vetro e non d’acqua sembiante.


Buon sant'Ilario con... Dante!




sabato 7 gennaio 2017

UN POETA A CASO, MA NON TROPPO: ALFONSO GATTO





di FRANCESCO GALLINA


Per la consueta rubrica poetica del sabato, #busillisblog propone un breve componimento di Alfonso Gatto, uno dei massimi esponenti dell'ermetismo, forse ancor prima di Salvatore Quasimodo. Tratti da Poesie d'amore, questi versi risentono evidentemente dell'influsso simbolista, offrendo un linguaggio rarefatto e uno stile in bilico fra dolce musicalità e sfrenato analogismo. Il 4 è rosso non può non rammentarci le vocali colorate di Rimbaud, e le vocali - qui - sono quelle del bambino che canta. Accompagniamo la poesia con la bocca dell'attrice Billie Whitelaw, protagonista (la sola bocca) del primo Not I (1973) di Samuel Beckett, che porta a sublimazione il concetto di straniamento.


IL 4 È ROSSO

da POESIE D'AMORE di ALFONSO GATTO





Dentro la bocca ha tutte le vocali
il bambino che canta. La sua gioia
come la giacca azzurra, come i pali
netti del cielo, s'apre all'aria, è il fresco
della faccia che porta. Il 4 è rosso
come i numeri grandi delle navi.