di FRANCESCO GALLINA
Parma è una città ricchissima di tesori artistici, alcuni dei quali conosciuti più dai turisti che dai parmigiani che vi vivono, o perché tenuti inspiegabilmente chiusi al pubblico o perché mal pubblicizzati o, cosa ancor più grave, offerti gratuitamente al pubblico quando il Comune potrebbe "sfruttarli" economicamente.
Oggi, #busillisblog vi accompagna alla scoperta di uno dei palazzi più belli (e "segreti") di Parma, in Strada della Repubblica 39/A. Aperto eccezionalmente pochi giorni l'anno, Palazzo Rangoni è oggi sede della Prefettura e nelle sue stanze lussureggianti ha ospitato i Presidenti della Repubblica soggiornati nel passato a Parma. La facciata, compresa nei cinquecenteschi cornicioni in terracotta, presenta finestre con decorazioni di Ferdinando Bibiena e ostenta uno degli ingressi monumentali più solenni della città emiliana, con due pseudo telamoni marmorei che sorreggono il balcone balaustrato poggiante su mensole. Ercole dotato di clava è un omaggio ai Farnese, di cui l'aristocratica famiglia Rangoni era vicina, mentre Perseo è un omaggio agli stessi Rangoni.
Mi accoglie il vasto Salone di Ricevimento, illuminato da lampadari in cristallo di notevoli dimensione e fattura, così come il soffitto di legno finemente intarsiato, i raffinati prodotti di ebanisteria (tavoli e tavolini), candelabri e specchi con cornici dorate, nonché le molteplici decorazioni con stemmi delle città di Parma e Piacenza, Rangoni, Farnese e Savoia. Il fregio testimonia che il Palazzo è stato dal 1940 al 1945 la Sede del Partito Nazionale Fascista. Del Moschino è il busto di Alessandro Farnese, terzo duca di Parma, abile politico e valoroso condottiero a Lepanto e nelle Fiandre, il quale cedette il regno di Parma al figlio Ranuccio, dato il diniego imposto da Filippo II nel rientrare in possesso dei suo domini. Interessanti anche i ritratti di Maria Luisa moglie di Francesco II d'Austria (forse opera del Mulinaretto), e di Maria Luisa di Berry e del figlioletto Roberto di Borbone.
Di grande impatto, infine, l'acquerello del parmigiano Paolo Toschi che rappresenta Maria Luigia d'Austria in trono nella Galleria Nazionale, e i suggestivi oli su tela di fine Ottocento ad opera del Carmignani, Tramonto dopo la pioggia e Un colpo di vento.
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