venerdì 13 novembre 2015

FIRENZE NASCOSTA: L'ANTICA FARMACIA DI S. M. NOVELLA




di FRANCESCO GALLINA

Le foto sono di Francesco Gallina



Soffitto affrescato e in bassorilievo della Sala Vendita


Il mio romanzo De Perfectione arriva secondo classificato al Premio Internazionale La Pergola: la cerimonia di premiazione si tiene nel auditorium dell'Ente Cassa di Risparmio, arricchito da un notevole organo. Musica e banca: binomio interessante. 


Scendo nel capoluogo toscano dopo molto tempo, e mi si palesa il dilemma del turista ripetente: dopo aver setacciato quasi tutta la città gli anni precedenti, cosa potrà mai restarmi da vedere? Al sublime del Duomo ci ho fatto il callo, conosco a menadito le splendide sale di Palazzo Vecchio, i principali musei li ho già assimilati, San Miniato visitata più volte. Conosco persino le strade centrali del shopping, quelle più belle e quelle più trash. 
E allora giro a zonzo per le stradine più "periferiche", anche se Firenze Santa Maria Novella è tutto centro, anche i vicoletti più sperduti, eppur frequentati dal popolo mangereccio in pellegrinaggio nella taverna che non t'aspetti.


Antica Spezieria 



Ma veniamo al dunque. Scopro l'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella. E sono un uomo felice. Vicina alla stazione e retrostante alla Basilica omonima, è in una via dalla composizione eterogenea, fra hotel, locande, palazzi ristrutturati e un pullulare di minimarket afro.
Un'anonimo portone di Via della Scala, al civico 16, è affiancato da una deliziosa vetrinetta. A me, le cose di antica erboristeria, mi hanno sempre attratto, benché non le abbia mai acquistate: giocano in me un'insanabile tirchiaggine e il sospetto che i prodotti erboristici, inquinati fino all'osso come siamo, non funzionino più.








Sta di fatto che entro, e mi si spalancano interni spettacolari. Ci sono turisti pagani e poveri come me, che si intrufolano solo per scattare qualche foto, e poi c'è il pubblico acquirente. I prodotti sembrano perle preziose che solo un pubblico elitario può apprezzare. Passare dal Gatorade venduto a un euro dal marocchino all'Eburneina liquida fa un certo effetto. Resti spiazzato da tanta raffinatezza: hai la sensazione che tutte quelle essenze, tutto quel proliferare di essenze profumate, saponi e liquori, pretendano un pubblico selezionato, che se ne intende, che vuole godere di una tradizione secolare fatta di sapienza e studio monacali. Si passa dalle antiche preparazioni come l'Aceto Aromatico dei Sette Ladri ai distillati come l'Elisir di Edimburgo, dalle acque di colonia (una quarantina) agli estratti tripli ed essenze 

assolute per fazzoletto, dalle lozioni dopobarba contro il fuoco del rasoio ai prodotti per l'igiene e la cura del corpo riducenti, rilassanti, astringenti e rinfrescanti, dagli aceti cosmetici ai saponi, dalle creme pedestri ai detergenti intimi fino agli accessori in ceramica e in silver plate per accogliere candele e po-pourri lasciato macerare in orci di terracotta dell'Impruneta. Insomma: siamo nell'impero della cosmesi dell'Italia Centrale. Ma c'è anche una vasta scelta di integratori alimentari, erbe per infusi, tisane, cioccolatini, spezie e confetti. 
Basta: voglio comprarmi qualcosa, ma il portafogli reclama vendetta, sarà per effetto della miscela mediterranea agrumata, si astringe.



Sala Verde 



Allo studente di Lettere e Arti - cioè il sottoscritto -, però, interessano di più le Sale. arricchita da dipinti, affreschi, lampadari, scrigni ed effigi di personaggi illustri, la Sala Verde funge da sala di ricevimento e, fin dal secolo XVIII, è frequentata da palati fini che degustano cioccolata, alkermes e china. Oggi è la Tisaneria il luogo dove assaggiare le delizie dell'Officina: accanto, nell'Angolo dei fiori, sono esposti antichi strumenti di laboratorio, alambicchi e antiche ceramiche, nonché calici di vetro contenenti fiori e lucida e profumata frutta essiccata, incisa o tagliata a fette. Adiacenti alla Sala Verde sono l'ex cappella adibita a Sala Vendita e la straordinaria Antica Spezieria, dove antica mobilia in legno pregiato contiene antiche boccette e scatoline. La vera chicca, però, è la piccola e graziosissima Sacrestia - ex Stanza della Acque dove si producevano gli estratti e i distillati - completamente affrescata e con una volta opera di Mariotto di Nardo, che è stata riportata agli antichi fasti. 

Quindi, cari turisti ripetenti, la morale è che Firenze nasconde sempre qualche gioiello: basta lasciarsi inghiottire dai luoghi meno ortodossi, lontano da ogni guida ufficiale. Credevate che il David di Michelangelo fosse tutto, ma vi eravate sbagliati.

E, ora, se permettete, vado a sciacquarmi con l'Eburneina liquida che, dimenticavo di dirvi, è un colluttorio rosso brillante che pulisce i denti e deodora l'alito. Colluttorio a base alcolica. Perché la classe non è acqua.



La Sacrestia 

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