di FRANCESCO GALLINA
Di Pasolini è stato detto di tutto. Chi lo dipinge come un santo laico, chi come un ignobile pederasta.
Noi non diciamo niente.
Per la consueta rubrica poetica del sabato di #busillisblog, ci limitiamo ad offrire quella che secondo noi è una delle sue più belle poesie pasoliniane, tratta da La religione del mio tempo, Garzanti, Milano (1961), e accompagnata da un dipinto di Antonio Berni. Sono endecasillabi crudi, sporchi, franti, imperfetti, come il sottoproletariato romano. Come Pasolini.
Il desiderio di ricchezza del sottoproletariato romano
di PIER PAOLO PASOLINI
- Li osservo, questi uomini, educati
- ad altra vita che la mia: frutti
- d'una storia tanto diversa, e ritrovati,
- quasi fratelli, qui, nell'ultima forma
- storica di Roma. Li osservo: in tutti
- c'è come l'aria d'un buttero che dorma
- armato di coltello: nei loro succhi
- vitali, è disteso un tenebrore intenso,
- la papale itterizia del Belli,
- non porpora, ma spento peperino,
- bilioso cotto. La biancheria, sotto,
- fine e sporca; nell'occhio, l'ironia
- che trapela il suo umido, rosso,
- indecente bruciore. La sera li espone
- quasi in romitori, in riserve
- fatte di vicoli, muretti, androni
- e finestrelle perse nel silenzio.
- È certo la prima delle loro passioni
- il desiderio di ricchezza: sordido
- come le loro membra non lavate,
- nascosto, e insieme scoperto,
- privo di ogni pudore: come senza pudore
- è il rapace che svolazza pregustando
- chiotto il boccone, o il lupo, o il ragno;
- essi bramano i soldi come zingari,
- mercenari, puttane: si lagnano
- se non ce n'hanno, usano lusinghe
- abbiette per ottenerli, si gloriano
- plautinamente se ne hanno le saccocce
- piene.
- Se lavorano - lavoro di mafiosi
- macellari,
- ferini lucidatori, invertiti commessi,
- tranvieri incarogniti, tisici ambulanti,
- manovali buoni come cani - avviene
- che abbiano ugualmente un'aria di ladri:
- troppa avita furberia in quelle vene...
- Sono usciti dal ventre delle loro madri
- a ritrovarsi in marciapiedi o in prati
- preistorici, e iscritti in un'anagrafe
- che da ogni storia li vuole ignorati...
- Il loro desiderio di ricchezza
- è, così, banditesco, aristocratico.
- Simile al mio. Ognuno pensa a sé,
- a vincere l'angosciosa scommessa,
- a dirsi: "È fatta," con un ghigno di re...
- La nostra speranza è ugualmente
- ossessa:
- estetizzante, in me, in essi anarchica.
- Al raffinato e al sottoproletariato spetta
- la stessa ordinazione gerarchica
- dei sentimenti: entrambi fuori dalla
- storia,
- in un mondo che non ha altri varchi
- che verso il sesso e il cuore,
- altra profondità che nei sensi.
- In cui la gioia è gioia, il dolore dolore.
Antonio Berni, Manifestaciòn (1934) |
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