martedì 15 dicembre 2015

L'INFANZIA ARTIGIANALE: IL CASTELLO DEI BURATTINI DI PARMA




di FRANCESCO GALLINA






Romano Danielli è solo uno degli ultimi grandi burattinai italiani. Non è l'unico. Presini, Vignoli, Bertoni, Rizzoli sono solo alcuni dei primissimi - e dimenticati - artisti vissuti fra '700 e '800, che hanno fatto del burattino una forma d'arte e di artigianato indirizzata ad un'infanzia popolare, attaccata alle cose e alla loro vivace matericità. Un'infanzia lontana da Peppa Pig e da Violetta, un'infanzia che si divertiva col meglio che la commedia dell'arte metteva in scena. D'altronde, burattini e marionette che cos'altro sono se non dei muti pezzi di legno? E se, pezzi di legno sono, non è di legno la loro anima, che li guida sapienti alla ricerca di un applauso strappato a bambini (e adulti) gaudenti davanti a quello che, all'apparenza, sembra poco, e invece è arte. Arte nel senso di artificio e nel senso di artigianalità, fra creatività e sapienza.

La tradizione burattinesca rivive in tutto il suo fascino al Castello dei Burattini di Parma. Nato nel 2002 nelle stanze rinascimentali dell'ex convento di San Paolo, è stato fortemente voluto da Giordano Ferrari, fondatore della compagnia attiva ancora oggi. Il piccolo Museo è il risultato della confluenza di un ricchissimo Centro Studi che raccoglie ben cinque fondi: Giordano Ferrari, Franco Cristofori, Amilcare Adamoli, Gruppo 80 e Don Moroni. Disponibile anche un patrimonio librario specialistico, dotato anche dei copioni degli spettacoli targati Ferrari, e supporti informatici. Fra "buratterie" e "marioteche", il Castello dei Burattini offre,
lungo le sue cinque sale, un percorso storico che va dai prodromi con Cavallazzi fino al recente Gruppo 80 di Perria e Valenti (allievi dei creatori di Topo Gigio), passando attraverso Podrecca, Yambo e, naturalmente, Italo Ferrari, capostipite della compagnia parmigiana che, nel 1914, crea il burattino che più di tutti racchiude l'essenza della parmigianità: Bargnocla, il burattino coll'immancabile bernoccolo a palla in testa. Un tipo grottesco, con la testa fra le nuvole. Cosa ci avrà mai voluto dire il caro Italo? A parte gli scherzi, con Italo Ferrari nasce un gruppo di burattinai che, ad oggi, si rivelano allo stesso tempo registi, attori, scenografi, costumisti e persino musicisti.

Curiosi e di grande pregio artistico molti degli esemplari conservati, che permettono di "toccare con occhio" l'estrema cura nell'intarsio e nel dettaglio, l'uso variegato delle stoffe e dei colori. Si va da Gianduia a Florindo, da Brighella a Fagiolino, da Arlecchino ai molteplici diavoli che popolano le teche. Non ci sono solo burattini, ma anche marionette e piccole, vere, chicche: quella che abbiamo apprezzato di più è stata la teca dedicata al rimpianto universo Mediaset attento al mondo dell'infanzia, fra anni '80 e '90. Chi troviamo? Five, Ambrogio e... Uan.  Ve lo ricordate, Uan di Bim Bum Bam? Nella nostra anima si è aperta una voragine: la chiamano nostalgia.

Tutti pronti, tutti pronti 
che comincia 
Bim Bum Bam
sempre pieno di ricordi 
e col vostro amico Uan!



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