martedì 22 settembre 2015

QUELLO CHE LA SCUOLA TRALASCIA DELLE GUERRE MONDIALI


di FRANCESCO GALLINA


La questione della Miss che vuole vivere la Seconda Guerra Mondiale - ma tanto lei è donna e se ne sarebbe stata a casa a grattarsi le palle - apre un interrogativo mica da ridere: chi ha promosso questa ragazza? No, perché questa, a scuola c'è stata. E in qualche modo è uscita. Magari con il solito bastardo 6 politico, ma è uscita. 

E non è l'unico, di interrogativo. Ce n'è anche un altro: come insegnare la storia delle Guerre Mondiali? Bastano le date? Basta conoscere due dati in croce? Bastano i dati che si trovano scritti sulle "pagine e pagine"(cit.) delle classiche antologie? Basta sapere collegare cause ed effetti? Basta conoscere nomi di città, fiumi, politici?
Sarebbe già tanto, tantissimo. Eppure, sono convinto che si dovrebbero adottare metodi di insegnamento horror. E se uno/una ragazzino/ina non dormirà per qualche notte, non importa. Se gli verrà il voltastomaco, se vomiterà, meglio ancora: si ricorderà quale effetto gli ha fatto un'immagine di guerra, guerra vera. Magari starà ben attento a non farla, da grande, o a sperare di viverci. Sarà antipedagogico, forse, ma mostrare le immagini più insopportabili delle conseguenze delle guerre, è proficuo. Sconvolgente e catartico, come quando entri per la prima volta alla Specola fiorentina, con tutti quei cadaveri di cera squarciati, spellati, tranciati. Ne rimani sconvolto o entusiasta: capisci che cos'è il corpo umano, capisci che cosa sei. Splatter? No, anatomia. Ne esci talmente entusiasta, che può venirti voglia di scrivere un romanzo, come è stato per me con De Perfectione. Ma questa è un altra storia. 

Se la buona scuola deve lasciare il segno, è bene che si mostrino le foto, che sono quanto di più autentico ci sia dalla fine dell''800 ai giorni nostri. Usufruire del mezzo fotografico significa onorare chi, nello studio della storia, non si ricorda mai: la figura del fotografo, spesso ignorata vittima dei conflitti, fino ai nostri giorni (da Nahjm Ibrahim ucciso a Ramallah al piacentino Andy Rocchelli ammazzato in Ucraina).
Bisogna toccare la realtà con mano. Entrare nella storia contemporanea significa avere il privilegio di vedere il passato. Non solo le belle foto ritratto di Mussolini o Hitler, ma anche quelle tenute nascoste direttamente provenienti dai terreni bellici: il sangue, le budella, il vomito,  il fango, la merda, i ciechi, gli zoppi, gli sfigurati, i mutilati. 
Sarebbe istruttivo conoscere le tecniche di amputazione, ad esempio, che magari qualche testa calda pensa avvenissero in limpide sale operatorie, con i pazienti annaffiati da anestetici. E invece no: si è sveglissimi, con un blocchetto di legno fra i denti, denti che lo schiacciano fino a frantumarsi, mentre ti segano la gamba crivellata dalle taglienti lamiere delle granate. 

Il compito della storia non è edulcorare e non è brutalizzare. Ma se c'è stato del brutto, è cosa buona e giusta sbatterlo in faccia alle giovani leve: è quello che mi propongo di fare quando scrivo racconti e romanzi. Non è pornografia dell'orrore: è naturalismo 2.0, e nemmeno troppo nuovo, con il solo scopo di sbattere la realtà in faccia alla gente, senza arzigogoli o nascondigli. Lo fa Remarque in Niente di nuovo sul fronte occidentale, lo fa la Kerr in Quando Hitler rubò il coniglio rosa, lo fa Sereni nella Pietà ingiusta ("quel mozzicone di mano sulla parete"), lo fa Clint Eastwood nel film American Sniper, che non usa nessun effetto speciale: nelle ultime scene, gli attori devastati dalla guerra non sono attori, ma veri veterani di guerra. E, per di più, giovani.

La bella e scema Miss Italia è scema lei, ed è scema come la scuola italiana che l'ha partorita. E ha fatto bene, perché nella vita, più indecenza mostri (qui siamo ben oltre l'ignoranza), più sei vincente. Proponiamo di trasferirla sulla Striscia di Gaza. Anche se è donna, si divertirà. Promesso.

Ah, a proposito di bellezza. I primi, importanti metodi di maxillo-facciale risalgono alla Prima Guerra Mondiale. Ecco a voi un video originale e paradossalmente bellissimo.




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