di FRANCESCO GALLINA
Per la consueta rubrica poetica del sabato di #busillisblog, ho il piacere di presentarvi due poesie di Sara Ferraglia, poetessa parmigiana che ama definirsi una semplice ricamatrice di versi ma, in realtà, dimostra una matura costruzione del verso e un oculato uso del metro. La metafora del ricamatore, però, è ottima per ribadire la nostra posizione sulla poesia, che è lavoro di bulino e lima, prima ancora che divina ispirazione. Il poeta vero, per noi, non è mistico vate che vive sulle nuvole, ma ricamatore, sapiente artigiano delle cose di quaggiù. Una su tutte, la parola.
Un fondo di
malinconia
Voglio investire in fondi.
Il mio broker consiglia
ormai da troppi anni
i fondi di bottiglia,
sedimenti sicuri
senza lucro né danni
nell’incerto futuro.
Ma io che amo il rischio,
dopo averne seguito
l’andamento incostante
nei fondi di caffè,
del broker me ne infischio
e investo, tuttavia,
in un altalenante
fondo di malinconia.
Mantieni alto il
volo del tuo cuore
come se fossi un’aquila reale
Lo sai che da lassù tutto è diverso,
immensamente grande
ed ampia la visuale
Come ora, ad esempio,
che l’autunno è alle porte
dall’alto tu vedresti
un quadro di Van Gogh
non solo foglie morte
calpestate nel viale
da mille suole e più.
Mantieni alto il volo del tuo
cuore
come se fossi un falco pellegrino
Scendi in picchiata solo se hai
bisogno
del cibo per la mente
o per sfamar la prole
poi torna alle tue cime
Che mai ti renda servo,
con maschera di cuoio
lusinghe e laccio al piede, un falconiere.
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