di FRANCESCO GALLINA
Parma, Strada Benedetto Cairoli |
Dà ai cartelli stradali ciò di cui sono privi: l'umanità. Attribuisce loro una nuova semantica, che stimola lo sguardo e l'immaginazione di chi attraversa vie, strade e vicoli di alcune delle più belle città europee e italiane. Fra queste, anche Parma.
Si chiama Clet Abraham, artista di origini francesi, ma da venticinque anni attivissimo in Italia. Delizia del viandante e croce della Polizia, Abraham agisce di notte antropomorfizzando i cartelli stradali, modificando o aggiungendo tratti ironici che suscitano spesso il riso o - perché no - la riflessione. Alcuni sono geniali chicche in perfetto street style, altri calembour o semplici divertissement fatti di segni. Una forma comunicativa efficace, sintetica e diretta, che arricchisce scorci stradali spesso inediti: non solo davanti alla Tour Eiffel, ma anche nella sconosciuta via XXII Luglio a Parma.
Parma, via XXII Luglio |
L'attività dello street artist ha un doppio obiettivo: introdurre una scintilla artistica su una superficie apparentemente inadatta ad essere sfruttata artisticamente, e rendere straniante la funzione del cartello stradale. La segnaletica diventa filtro attraverso cui convogliare nuovi significati.
Il cartello stradale è utile, ma non sempre. Anzi, talvolta risulta essere elemento estraneo, alieno, che, se da un lato informa, dall'altro è piantato in punti talmente scomodi (e sacrileghi) da danneggiare o irritare visione, contemplazione o panoramica su monumenti o edifici di interesse storico-artistico. Quante volte ci siamo contorti con la macchina fotografica per evitare che nello schermo entrasse quell'invadente cartello piazzato nel punto meno idoneo possibile?
Parma, Via XXII Luglio |
C'è poi l'aspetto più filosofico, ma non per questo meno rilevante: il cartello stradale è il simbolo dell'autorità comunale, provinciale, regionale o - generalmente - statale. Il cartello è il correlativo oggettivo della legge. Toccare le regole che vengono dall'alto è, dopotutto, un atto di protesta: la legge non viene stravolta, annientata o cancellata, ma decorata e umanizzata. Un freddo pezzo di metallo può essere rivitalizzato da un colorato e tutt'altro che banale intervento urbano artistico. Dopotutto, quello di Abraham è un tentativo ben riuscito di apportare un atto di sana libertà creativa su quelli che sarebbero simboli inviolabili.
Abraham non rimuove né danneggia i cartelli, ma quelli da lui prodotti e applicati sono stickers che potrebbero essere eliminati. Nel 2014, a Parma, non mancarono sterili polemiche: l'artista dipinge o imbratta? E nemmeno la tanto abusata domanda nel campo in cui Abraham lavora: ma la street art è vera arte? Non vorremo mica paragonare questa roba alla Cappella Sistina? Per non parlare del codice stradale e dei possibili pericoli che tali interventi causerebbero al popolo della strada. Non lo neghiamo: le mani dell'artista vanno a toccare qualcosa che appartiene al bene comune, alla comunità, e che per questo dovrebbe essere rispettato, pena la bacchettata delle Forze dell'Ordine.
Abraham non rimuove né danneggia i cartelli, ma quelli da lui prodotti e applicati sono stickers che potrebbero essere eliminati. Nel 2014, a Parma, non mancarono sterili polemiche: l'artista dipinge o imbratta? E nemmeno la tanto abusata domanda nel campo in cui Abraham lavora: ma la street art è vera arte? Non vorremo mica paragonare questa roba alla Cappella Sistina? Per non parlare del codice stradale e dei possibili pericoli che tali interventi causerebbero al popolo della strada. Non lo neghiamo: le mani dell'artista vanno a toccare qualcosa che appartiene al bene comune, alla comunità, e che per questo dovrebbe essere rispettato, pena la bacchettata delle Forze dell'Ordine.
Tutto vero. Ma non sarebbe street art.
Parma, Piazza Garibaldi |
In una città bigia e cadaverica come Parma appoggiamo il lavoro svolto dal nostro Clet, che ha agito, fra l'altro, in punti talmente centrali della città che, vedervi passare auto, è impresa titanica. Vero anche che Parma è chic, eco, finto-vintage, bio e smart. E che c'è Correggio e Parmigianino che valgono molto di più. Ma è anche una città morta e chiusa a riccio, dove gli imbrattatori - quelli veri - macchiano con le loro scritte ciò che più di tutto il nostro street artist difende: le opere d'arte. Pensiamo al Palazzetto Eucherio Sanvitale e al Tempietto d'Arcadia stuprati dai vandali nel Parco Ducale. E, allora, noi di #busillisblog ci auguriamo di vedere nuove creazioni: di buchi lerci e squallidi da galvanizzare, a Parma, ce ne sono fin troppi. Basta poco: un divieto di transito crocifisso o un pacman che divora un divieto di accesso.
In centro, poi, non serve un cartello modificato per morire. Basta una coltellata. Non serve un cartello modificato per deturpare i viali. Bastano i mefitici sacchi della spazzatura esposti per la differenziata in mezzo alle strade. Ma quella è tutta un'altra storia. O forse no.
In centro, poi, non serve un cartello modificato per morire. Basta una coltellata. Non serve un cartello modificato per deturpare i viali. Bastano i mefitici sacchi della spazzatura esposti per la differenziata in mezzo alle strade. Ma quella è tutta un'altra storia. O forse no.
Segnaletica all'Isola d'Elba. |
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