martedì 14 luglio 2015

ALLEVI, OVVERO DELLA MUSICA S-PENSIERATA

Partiamo dalle basi. L'uomo pensa con la testa e a partire dalla testa: è un lavoro lento e irto di difficoltà, interrogativi, dubbi, come lo è sudare sui libri, ma, alla fine, dovrebbe condurre a qualche grande soddisfazione. Il pensiero articolato è allo stesso tempo facile e impegnativo.
Il cuore, invece, è un muscolo che tiene in vita, ma non pensa.
Chi dice di scrivere e comporre musica col cuore, o usa un trito modo di dire per far sbavare il pubblico comune, o opera senza un pensiero sulle spalle.
 
Partiamo dalle basi. Il concetto di genio è una baggianata ottocentesca. I geni non esistono. Esiste gente che ha passione per qualcosa su cui "perde" i giorni della propria esistenza per riconcepirla, rielaborarla o, semplicemente, diffonderla.
 
Partiamo dalle basi. Se si dice di essere folli, si dovrebbe sapere che la parola follia indicava originariamente un recipiente vuoto. Quindi, Steve Jobs invitava, sotto sotto, a essere vuoti. La follia non ha a che vedere né con la genialità né con la sregolatezza. Era sregolato Cage, perché infrangeva le regole. Come dire: Cage può infrangere le regole perché conosce le regole, non perché è un matto. 
 
Partiamo dalle basi. La musica non nasce dall'emozione. Se così fosse, i Conservatori si chiamerebbero Emozionatori e i maestri di musica invece di castigare gli studenti sugli spartiti si limiterebbero a coccolarli. Imparate le note, allora e solo allora, le emozioni possono essere terreno per la creazione musicale. Lo stesso varrebbe per un analfabeta che vorrebbe scrivere in italiano standard le proprie emozioni, ma è e resta un analfabeta finché non studia i fondamenti della lingua italiana.
 
Partiamo dalle basi. Il talento non basta a meno che non si abbiano tanti soldi. Perché oggi, senza soldi, si va da poche parti. E il marketing fa miracoli che neanche la Madonna di Lourdes.
 
Quindi? Non c'è niente di male ad amare la musica di Giovanni Allevi: le sue sono musichette orecchiabilissime. Ma le sue parole, il suo concetto di musica (vd. sopra), la sua aria da Peter Pan di quarant'anni, ecco, queste cose sono faticose da accettare. Allevi è un genio? Forse è davvero così: ha capito che la cultura musicale italiana è stupida e che l'ascoltatore comune vuole essere ammansito da tazze di melodie allo zucchero e si eccita davanti a progetti visionari, come Allevi definisce la propria musica. Talmente visionario, Allevi, che riesce persino a ricevere il Premio Falcone Borsellino per l'impegno civile (?) e, miracolo!, dirigere concerti in Senato.
 
"La mia musica avrà sulla musica classica lo stesso impatto che l'Islam sta avendo sulla civiltà occidentale." ha affermato. C'è da aver paura, di questi tempi, stando ai frutti che l'Islam sta maturando.
E poi dice: "La musica mi accetta così come sono."
Ma la musica lo accetta nel senso che lo sopporta, o nel senso che lo vorrebbe fare a pezzi?

P.S.: Fate un salto sulla sardonica e irriverente pagina Facebook "Siamo Tutti Allevi". C'è da divertirsi e pensare. Con la testa.
 
 

FRANCESCO GALLINA

 

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