Va di moda in questi giorni applicare matematicamente l'equivalenza [Grecia di oggi = Grecia di 2500 anni fa], insistendo sul debito che abbiamo nei confronti della cultura greca.
Come dire: davanti alle opere di Aristotele, come si fa a condannare a morte la culla della civiltà occidentale? Che poi, culla, la sarà per chi lo crede, non per me. Non insisterò su quest'ultimo punto per non rendermi eccessivamente odioso ai classicisti: se vi dico che trovo insopportabile l'80% del pensiero greco antico, penso che basti. Mi interessa semmai distruggere l'equivalenza storicamente, logicamente e metodologicamente erronea.
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I barbari mi stanno molto simpatici, sia chiaro. E la poco dolce Merkel fa il suo lavoro. Molto bene, fra l'altro. La Merkel non fa che difendere una grande Germania costruita col sudore, dal Secondo Dopoguerra a questa parte, degna erede di Adenauer e, come lui, poco simpatica, perché non le manda a dire.
O così o Renzì.
E, più che di debiti culturali, si parli di debiti monetari e di leggi greche che permettevano di andare in pensione ancora imberbi. Più che all'Iperuranio di Tsipras, si pensi al mondo delle cose, molto più complesso di qualunque teoria.
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