giovedì 30 luglio 2015

IL DEBITO CULTURALE CON LA GRECIA


Va di moda in questi giorni applicare matematicamente l'equivalenza [Grecia di oggi = Grecia di 2500 anni fa], insistendo sul debito che abbiamo nei confronti della cultura greca.
Come dire: davanti alle opere di Aristotele, come si fa a condannare a morte la culla della civiltà occidentale? Che poi, culla, la sarà per chi lo crede, non per me. Non insisterò su quest'ultimo punto per non rendermi eccessivamente odioso ai classicisti: se vi dico che trovo insopportabile l'80% del pensiero greco antico, penso che basti. Mi interessa semmai distruggere l'equivalenza storicamente, logicamente e metodologicamente  erronea.

Jena, sulla "Stampa" di qualche giorno fa, scriveva: <In Grecia è nata la civiltà, in Germania la barbarie>. Ebbene, sappia che la maggior parte delle civiltà barbariche erano molto più civili dei popoli greci e romani messi insieme. Barbari li chiamavano proprio i greci, dall'alto della loro spocchia. In realtà, i barbari non erano poi così barbari come la scuola e buona parte della storiografia ce li fa credere. La storia è sempre un'altra, non solo quella dei vincitori. Se i Paesi europei, eccetto Francia e Italia, hanno gli zebedei pieni dell'odierno atteggiamento greco, un motivo ci sarà. La Troika è micidiale, ma Tsipras non è da meno. Intanto noi, pensandoci nipoti dei romani - popolo cane come pochi altri - pensiamo al passato con gli occhi del presente, facendo cantonate micidiali. L'Europa di oggi nulla ha a che vedere con l'Europa di un tempo, il che può risultare banale, ma non lo è. Si crede invano a un traducianismo genetico-culturale che consiste sempre nel vederci figli o riflessi degli antichi. La Grecia non fa eccezione, e nemmeno noi, che ci vantiamo di essere figli di Leonardo o di Legnano.

I barbari mi stanno molto simpatici, sia chiaro. E la poco dolce Merkel fa il suo lavoro. Molto bene, fra l'altro. La Merkel non fa che difendere una grande Germania costruita col sudore, dal Secondo Dopoguerra a questa parte, degna erede di Adenauer e, come lui, poco simpatica, perché non le manda a dire.
O così o Renzì.
E, più che di debiti culturali, si parli di debiti monetari e di leggi greche che permettevano di andare in pensione ancora imberbi. Più che all'Iperuranio di Tsipras, si pensi al mondo delle cose, molto più complesso di qualunque teoria.

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