martedì 15 marzo 2016

L'UMANIZZAZIONE DELLA MEDICINA: L'ASS. "AMICO MEDICO"


di FRANCESCO GALLINA







A Pietro 
Carcere di Rebibbia 
20/03/2013

Con quel fazzoletto a righe gialle e rosa, stretto fra le mani, avrebbe potuto fare uno dei suoi tanti numeri di prestigio: infilato nella sua manica destra, state sicuri che l’avreste ritrovato dietro al colletto della vostra camicia.
Là, in quella piazzetta di città quasi deserta, fra gli abiti neri a lutto e qualche disperato singhiozzo, pochi conoscevano la sua identità o – perlopiù – si chiedevano dove l’avessero intravisto. Per alcuni, quel volto asciutto dai baffi a manubrio e dalle folte sopracciglia, sembrava ricordare una figura stravagante, di quelle che avresti potuto incontrare al Reparto di Oncologia, magari al quinto piano e magari nella grande stanza numero 5: quella dei Clown, che si affacciava sul parco giochi.
Anche quelle grosse lacrime che gli rigavano il volto lo rendevano pressoché irriconoscibile.
Perché Drin Drin non lo si vedeva mai piangere, nemmeno nelle situazioni più drammatiche. 
Drin Drin, il nome d’arte che Claudio si era dato, voleva che dai semi del suo lavoro fiorissero piccole gioie, dolci conforti. E niente più. Ma le lacrime, quelle no.



Queste sono le prime righe di Drin Drin, il racconto epistolare che ha avuto l'onore di giungere primo classificato al Premio Nazionale Amico Medico, indetto dall'omonima Associazione di Pescara, presieduta dal dott. Paolo Angelucci. La cerimonia di premiazione, presentata dalla professoressa Valentina Palleri, si è svolta il 13 marzo 2016 nella monumentale Sala Consiliare del Comune di Pescara, alla presenza di medici professionisti, autorità politiche e critici letterari, fra i quali Daniela Quieti, Fulvia Marconi, Gina Codovilli, Roberto Sarra. 





Di cosa parla Drin Drin? E soprattutto, chi è Drin Drin? Un uomo problematico, con un passato da giovane tossicodipendente, annoiato della vita, che rischierebbe di finire dietro le sbarre se solo un bambino affetto da cancro non lo riportasse sulla retta via, prima di morire. Drin Drin è la storia di un'opportunità, ma è anche un invito a saper sfruttare al meglio il proprio tempi, le proprie virtù, i propri talenti. Drin Drin è l'avventura di un clown terapeuta che, grazie a una laurea in psicologia che credeva essere carta straccia, offre la sua professionalità e il suo sorriso a chi è sacrificato entro le pareti di un reparto oncologico pediatrico. Drin Drin è l'elogio della buona deontologia medica, ma anche la celebrazione di un ospedale non solo a misura di bambino, ma a misura d'uomo: un ospedale umanizzato, accogliente, vicino ai pazienti.

E questo è proprio il cuore pulsante di Amico Medico, associazione nata pochi anni fa, il cui fine è stimolare il dibattito intorno al rapporto medico/paziente, offrendo momenti di ascolto, incontri, conferenze, campagne di prevenzione, grazie alla preziosa collaborazione delle realtà ospedaliere locali e degli esperti del settore come Sabatino Trotta, primario del reparto di Psichiatria e presidente della Commissione Scientifica Amico Medco, Alessandra Lupone, presidente dell'associazione Clown Doc, e tanti altri operatori sanitari. 

Perché la scienza non sia asettico studio di nozioni, sterile applicazione di principi. Perché la scienza sia anche impegno civile, antropocentrico, umano. Perché la filotecnìa si sposi alla filantropia. Perché la scienza e la medicina non siano simulacri che incutono soggezione, ma discipline gestite da professionisti competenti e, soprattutto, amici. 

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