lunedì 10 agosto 2015

UTOPIE E SOGNI DI PROFUGHI, OVVERO DELLA FUFFA


di FRANCESCO GALLINA


Un sudanese tenta di attraversare l'eurotunnel, ma viene arrestato prima di mettere piede sul territorio britannico.
Riporto un commento che ho pescato online.
Era a un passo dalla vittoria, dal suo utopico e desiderato sogno. Peccato.
Ora, non dirò cosa penso del sudanese o, più in generale, della massiccia immigrazione che sta riguardando l'Europa. L'Italia è piena di gente che vede il razzismo ovunque: meglio starne alla larga. Il politically correct è il  satana 2.0 che seduce le nazioni. Sicuramente uno studio approfondito della storia e un po' di sano esercizio filosofico chiarirà a tali soggetti la distinzione fra "razzismo" e "pensiero articolato su una delle più mal gestite piaghe del nostro tempo". Non parlerò nemmeno del manicheismo che c'è sull'argomento: da un lato chi vorrebbe affondare i barconi, dall'altro chi vorrebbe fare entrare chiunque nel proprio territorio con la scusa che sono tutti poveri disgraziati e che siamo tutti sulla stessa barca, non facendo le dovute distinzioni. Fra noi e loro? No, fra gli africani stessi. L'Africa è un continente molto più variegato dell'Europa e non tutti gli stati si trovano nelle medesime condizioni. Banale dirlo? Mica tanto. In quanti sapremmo stilare una panoramica storico-politica dell'Africa degli ultimi vent'anni? Sapremmo distinguere chi è veramente in pericolo e chi no. Il Sudan, ad esempio, si trova in una situazione di violentissimo attrito con il Darfur.
Ma ritorniamo al commento del lettore, il quale giudica l'atto del trasferirsi in un altro punto della terra come una vittoria, come un sogno. Analizzando più a fondo che cos'è davvero il desiderio, beh... desiderare - se prendiamo alla lettera il termine desiderio - non è granché di auspicabile: deriva dal latino de-sidera, cioè puntare alle stelle, volere ciò che è difficilmente raggiungibile, appetire un qualche cosa che manca e che, si crede, una volta raggiunto, porterà alla piena felicità. Ma è una falsa credenza. Raggiunto l'obiettivo, il desideroso desidererà ancora qualcos'altro. E raggiunto il qualcos'altro, qualcos'altro ancora. Insomma, si è di fronte a una serpe che si gonfia alimentandosi delle proprie mancanze, che sogna vengano riempite ed e saziate. Il desiderio, se non ragionato e ragionevole, può essere molto ingenuo, nonché pericoloso. È possibile e naturale che il profugo si faccia un'idea sbagliata di dove vuole soggiornare, magari pensa che troverà il paradiso, e invece non è così. Si arriva perciò a proteste indecorosamente pretenziose come quella di ieri a Licola, che ha visto un gruppo di migranti gettare in strada materassi e arredamenti di un hotel, perché non ci vivono bene. All'ingresso dell'hotel c'è proprio scritto: "Il tuo sogno è realtà." Un par de ciufoli. Cosa dedurne?
La ricerca spasmodica di raggiungere un fine - in tal caso la terra promessa - non genera alcuna soddisfazione, ma solo la stessa reiterata insoddisfazione.
Ora, assumete, per un istante, i panni del sudanese incallito. E immaginate anche di oltrepassare l'eurotunnel: siete arrivati in Inghilterra. Mettiamo pure che non vi arrestino: sarà molto difficile, la polizia inglese non è così scema e se vi becca sono cavoli amari. Non sapete un'acca di inglese, perché la vostra lingua è quella che si parla in Sudan, cioè l'arabo. Come dire: provate a dialogare in napoletano con un bucoviniano. Voglio ridere. Ma ipotizziamo che conosciate l'inglese, o il francese. Non avete un soldo, un lavoro, un amico, un passaporto, una casa. Cosa fate? Credete davvero che il Regno Unito venga in vostro aiuto? L'Italia lo fa non conoscendo i propri margini d'azione, ma l'UK li conosce perfettamente, e non è razzista la mente di Cameron, anzi. E la Francia, con la chiusissima Le Pen: pensereste di passarla liscia? 
Quale vittoria ne ricavereste? Vero anche che non avete nulla da perdere, ma il vostro sogno si è rivelato un castello di carte. Siete nella merda, come e più di prima.
Nella vita bisogna fare i conti con la realtà. Fondamentale avere le idee chiare di quali siano le linee politiche e le leggi che regolano gli Stati. Ad esempio: un ladro deve sapere che, se in Italia la passerà liscia, negli stati dell'Isis, invece, qualora fosse braccato, dovrebbe dire addio alle sue manine e il supplizio dell'amputazione potrebbe durare anche più di un minuto. Ci sono testimonianze video a riguardo. 
Il mondo è di tutti, è vero, ma ci sono dei limiti spaziali, temporali, vitali e legali che non possono essere trascurati, così, per sembrare più buoni. Oltrepassare i limiti, illegalmente (il discorso non vale per gli emigranti regolari), comporta rischi. Sognare di oltrepassarli può essere deludente, se non mortale. Bisogna scegliere con giudizio e non sperare negli interventi divini. D'altronde, se uno Stato diventa il pozzo entro cui riversare da un momento all'altro una parte dell'umanità, beh, di qualunque colore sia il popolo che vi si riversa, il problema si manifesta, eccome se si manifesta! Inutile nascondersi dietro un dito. Il problema è grande. Molto grande. Abbracciare la cruda realtà è, forse, la soluzione migliore, per tutti, al di là dei partiti politici, al di là dei facili slogan.
Anche questo significa essere umani.

Le utopie sono antiumane.
Le facili vittorie e gli alati sogni, dopotutto, sono fuffa.

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