di FRANCESCO GALLINA
Una guerra dei media è in corso da tempo. Il cittadino che si informa su Internet non segue più la televisione, né legge i giornali. Vive in una dimensione parallela. Lui è informato, gli altri sono disinformati dal Potere (...). Lo spostamento dell'informazione in rete è irreversibile: una goccia che scava la pietra, un travaso costante, come quello dei granelli di sabbia in una clessidra.
Questo è quel che si legge nel libro firmato Grillo e Casaleggio, Siamo in guerra, pubblicato nel 2011 da Chiarelettere. Un titolo jihadista, a tutti gli effetti. Non siamo in guerra santa, ma ci manca poco: i toni sono (pateticamente) apocalittici. Una guerra, quella casaleggiana, avviata dai catari del secolo XXI, quelli che si credevano puri. Un titolo futurista per un libro manicheo, quindi sottilmente totalitarista, impregnato di misticismo religioso 2.0. Il Paracleto, il consolatore, il profeta, il salvatore della corruzione e del malaffare italiani aveva un nome: Movimento 5 Stelle. Era la somma Novità. Una rivoluzione. Ma le rivoluzioni urlate con rabbia e sfanculamenti vari sono solo figlie della nostalgia, e nascondono sempre del marcio. La Rivoluzione francese taglia la testa al re perché un giacobino di nome Robespierre, nel nome di grandi ideali, tagli la testa a quelli che non la pensano come lui, per poi, alla fine, essere lui stesso (finalmente) decapitato. E il Sessantotto è la stessa solfa.
Ricordo ancora l'entusiasmo per la vittoria del M5S a Parma. Sembrava fosse arrivato lo Spirito Santo. Ma io ho sempre diffidato dei giustizialisti e dei forcaioli. L'onestà è indispensabile, ma la purezza è pericolosissima: se decidi di far parte della setta dei puri, non appena commetterai la prima impurità, fosse anche una cazzata, ti condanneranno all'Inferno. I puri non capiscono che la purezza è una condanna a morte in partenza. Non ho mai visto niente di speciale in Pizzarotti da gridare alla rivoluzione, eppure la rivoluzione era in atto e non me ne rendevo conto. Ma ora che Grillo lo epura, per la prima volta, provo un senso di pietà. Per Grillo, l'inquisitore giullare, e per Pizzarotti, essere umano e fallibile come lo siamo tutti: basta esserne coscienti. Fare l'Ubermensch è patologico e ti si ritorce contro: Nietzsche ne è la prova.
Non giudico dalla simpatia. Giudico in base alle idee e alla loro forma, alla loro formulazione. Pizzarotti, nonostante la sua a-politica, ha mostrato quel briciolo di autonomia che irrita il capo. Non dimentichiamo che a capo del M5S c'è un orwelliano Direttorio. Ma a che cosa serve, se la rete può decidere ogni cosa, se i disegni di legge li decide il Web? O forse è un'impostura ideologica? Forse che il seguace di Casaleggio è stato scelto da Internet? Non risulta. Come non risulta l'identità di chi scrive sul blog. La democrazia diretta è malsana retorica, e sottesamente razzista nei confronti di chi non può o non vuole agire sulla rete. A meno che non immaginiamo vecchi di 90 anni frequentare corsi di informatica per capire come lavorare su Facebook.
Come il Web non si commuove, la Rete non decide un bel niente se non ci sono persone prima che pensano con il loro cervello. Tutto il resto è alienante utopia, ideologia che stacca i piedi da terra, che allontana dalla realtà, cioè che non guarda a quel che si chiama "bene comune".
Come il Web non si commuove, la Rete non decide un bel niente se non ci sono persone prima che pensano con il loro cervello. Tutto il resto è alienante utopia, ideologia che stacca i piedi da terra, che allontana dalla realtà, cioè che non guarda a quel che si chiama "bene comune".
I regimi totalitari non hanno partiti, ma democrazia diretta, talmente diretta che prende le decisioni uno solo. I totalitarismi, d'altronde, non sono che le brutte copie di utopie ancor più brutte, oltreché inquietanti, come quelle che Casaleggio esprimeva in Veni, vidi, web (con prefazione di - udite udite - Fedez). Utopie che sognerebbero un mondo anarchico in cui tutti siamo sulla stessa barca, cioè la srl di Casaleggio, dotata di un etereo staff anonimo. Una srl, non un partito. Ma quale paese al mondo è amministrato da una srl? Quale paese attribuisce responsabilità politiche al solo Web? Perché la srl di Casaleggio non sarebbe diretta da uomini, ma dalla Rete intesa come pensiero: non siamo più noi che pensiamo ma è la Rete che pensa per noi. Un lavaggio del cervello a tutti gli effetti e una concezione ben diversa dal ritenere il Web uno strumento alleato dell'uomo. Nell'ottica casaleggiana il Web è tutto, tutto il resto non conta. Uno psicologo parlerebbe di delirio paranoide. E il delirio non se ne va con la morte, ma resta sui vivi epigoni. Il titolo di un libro di Casaleggio, di cui ormai non si conosce più l'esistenza, è chiarissimo: Web ergo sum. Il cogito è fatto fuori, alienato dal Web. L'individualità è schiacciata dalle pastoie della Rete. Il dialogo è fuori gioco.
Non bastano i valori, ci vogliono frutti. Chi visita Parma, oggi, vive una città paralizzata. Mancano soldi? No, mancano idee e competenza.
Non bastano i valori, ci vogliono frutti. Chi visita Parma, oggi, vive una città paralizzata. Mancano soldi? No, mancano idee e competenza.
Gli elettori, insomma, sono persone o sono bestie ammassate su un'arca?
Nessun commento:
Posta un commento