sabato 27 febbraio 2016

UN POETA A CASO, MA NON TROPPO: ROBERTO ROVERSI


di FRANCESCO GALLINA


Per la consueta rubrica poetica del sabato, #busillisblog vi propone una poesia di Roberto Roversi, paroliere prediletto da Lucio Dalla, che incise Anidride Solforosa nel 1975, dalle atmosfere distopiche e fortemente innovativa da un punto di vista testuale e vocale. 
La accompagniamo con un olio su tela del surrealista Max Ernst.


ANIDRIDE SOLFOROSA 

di ROBERTO ROVERSI


Max Ernst, Castor and Pollution, 1923


Sono andata via
perché rimanere sempre a Faenza
non è che m’interessasse troppo
non puoi sempre rifugiarti nella foresta;
e sulla spiaggia del mare
l’ombra si scioglie, ti fa disperare.

Ero una ragazza un po’ nervosa
ma intelligente
però di calcio non capivo niente.
Per questo non mi sono sposata, no.

Ma io guardavo il mondo piangendo,
perché ero contenta,
perché ero contenta, perché ero contenta!

‒ Ieri la città si vedeva a malapena
oggi la città si vede tutta intera.

Ieri il mare si scuoteva da fare pena
oggi il mare ha la barba tutta nera.

Gli elaboratori hanno per sorte
di aiutare l’uomo a vincere la morte.

Infatti se il vento dell’inquinamento
tende a salire lo aiutano a morire.

E aiutano anche l’amministrazione
patrimonio forestale in distruzione.




Verrò, verrò, è fuori discussione
perché qualcosa
deve pure accadere.

In giro c’è molta rivoluzione
tu sballi sempre tutto
e soprattutto non mi dai attenzione.

Non vedi, tu non vedi
come il mondo sembra brutto?
Però posso incontrati?

Posso vederti? Posso rivederti?
In un giorno della settimana?
Anche se abiti in una città lontana.

‒ L’uomo, l’uomo, l’uomo,
l’uomo si serve degli elaboratori
per migliorare il mondo in cui si vive.

Percentuali di particelle solide
presenti nell’atmosfera;
tutti i dati raccolti
sono trasmessi all’elaboratore.

Sapremo quante volte fare l’amore
o quante volte i fiumi
in Italia traboccano.

Ma i cittadini di Filadelfia
vivono sotto un cielo pulito.

Io ti segno a dito
e tu segna pure me. Sono felice.

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