venerdì 24 luglio 2015

PAOLO POLI, OVVERO DEL GARBO IN TV


di FRANCESCO GALLINA


"La lussuria non è un vizio, ma è essenza stessa della sessualità umana. La grande scoperta di Freud: aver separato l'istinto dalla pulsione. Nel mondo umano l'istinto non regola affatto la sessualità. La pulsione non punta alla riproduzione, ma al godere."



Solo per le brevi, ma sapientissime, parole di Massimo Recalcati, "E lasciatemi divertire" andrebbe annoverato fra i programmi più belli di quest'estate 2015. Le sue lectiones magistralis sono sempre uno scacco matto alla banalità dei luoghi comuni. Allo psicanalista sono concessi i primi minuti dello sfizioso programma che ogni sabato va in onda su Rai 3 alle ore 20.15. Ogni sera è incentrata su un vizio capitale. A Recalcati, seguono le poesie interpretate da Flavio Insinna e, momento cult, le saporite interviste che il sempre garbato Pino Strabioli rivolge all'inimitabile Paolo Poli. Ne sbocciano tre quarti d'ora che trasudano da ogni poro bellezza e garbatezza, virtù degli Angela e di pochi altri conduttori delle reti generaliste.
C'è la garbatezza di Strabioli, dicevo, ma anche quel pozzo di cultura che è il vecchio (ma nell'animo, giovanissimo e pimpante) Paolo Poli che, dopo quarant'anni di assenza dalla TV, ritorna per spolverare un po' della sua vastissima carriera e lo fa, prima di tutto, divertendo e divertendosi: il titolo del programma non è solo una dichiarazione di intenti, ma anche un degno omaggio ad Aldo Palazzeschi, una cui lirica viene letta a chiusura della serata e ha l'effetto della ciliegina candita sulla torta. E nella torta si salta da Dante a Fellini, da Boccaccio a Palazzeschi, dal teatro al cinema passando per la letteratura, dal pianoforte di Andrea Farri (autore, fra l'altro, di famosissime colonne sonore di fiction) agli incontri personali che hanno costellato la vita di Poli. 
Il mix è un gustoso aperitivo che fa della Cultura con la C maiuscola un digestivo alla portata di tutti. Non è un programma borioso. Tutt'altro: un salottino senza tanti effetti speciali o visionarie ambizioni, perché c'è Poli, e Poli basta e avanza, con le sue battute sature di sarcasmo e i suoi deliziosi sorrisini. Per non parlare del momento conclusivo del Santo della Settimana, che fa tanto Almanacco del giorno dopo.

Insomma, mancava un programma che sapesse miscelare serietà e ironia con la leggerezza che solo i blitz canterini di Poli possono regalare.

Saper ridere senza volgarità è un'arte. Paolo Poli ne è uno dei (pochi) massimi rappresentanti.


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